25 aprile spiegato ai bambini, la filatrocca di Rocco Rosignoli. Testo e video

Non è semplice spiegare il 25 aprile ai bambini, specialmente a quelli della scuola primaria, ma è importante mantenere viva la memoria di quello che è stato, perché in futuro non debba più accadere.

Per spiegare il 25 aprile ai bambini si può partire dal concetto di libertà, chiedendo loro cosa significa essere liberi e dà lì spiegare a grandi linee la democrazia e perché in passato ci siano stati momenti di privazione della libertà. Un altro suggerimento è quello di usare dei libri adatti ai bambini che trattino l'argomento. Tra le ultime uscite c'è

In alternativa, ecco il testo e il video della filastrocca di Rocco Rosignoli sul 25 aprile. Il cantautore, autore e strumentista, classe 1982 ha realizzato questo video per l'Anpi di Parma nel 2020, quando a causa della pandemia abbiamo potuto celebrare il 25 aprile solo a distanza.

25 aprile per i bambini di Rocco Rosignoli


Voi bambini tutt'intorno date ascolto al cantastorie,
vi racconto le memorie che dan vita a questo giorno.
Cosa sono i partigiani? Perché son così importanti?
Voi che siete belli e tanti, e col futuro tra le mani,
immaginate che un'oscura nube scenda sulla vita
e che ci sfugga tra le dita quella libertà più pura
che viviamo nei bei giorni della calda primavera,
e che presto sarà vera e sarà ancora nei dintorni.

Dei bambini ancor più piccoli di voi che m'ascoltate
sono nati in tempi bui, e ci son pure cresciuti.
C'era un uomo grasso e calvo, si faceva chiamar Duce,
comandava a tutti quanti di marciare tutto il giorno
Proprio tutti! Dai bambini che marciavano d'intorno
alla sua scuola, fino ai grandi che marciavan col fucile.
Qualche volta comandava ai giovanotti di partireper la guerra,
e sono in tanti che non fecero ritorno.

Qualche volta comandava d'ammazzare tutti i neri,
rincorrendo sui sentieri i poveretti d'Eritrea.
Si credeva un gran guerriero, ma era un bullo che pestava
solamente chi era debole ed era senza una difesa.
Coi più forti a capo chino sorrideva ed obbediva.
Così fece anche con Hitler, l'amichetto di Berlino,
che all'inizio era un suo allievo e poi divenne più potente,
e marciò su tutta Europa macellando case e gente.

Quei bambini ch'eran molti quando il Duce comandava
con il tempo che passava s'eran fatti quasi adulti.
Ed il Duce scese in guerra, e mandò tanti col fucile
via dal loro campanile per sparare all'altra gente.
Nella guerra ci sta sempre chi non torna più dal fronte,
e i ragazzi già stremati dalla vita prigioniera
che quel grasso pelatone da vent'anni gli imponeva
si decisero a cambiar quel brutto mondo alla sua fonte.

Salutati mamma e babbo, salutato il loro amore,
i ragazzi e le ragazze di quella generazione
se ne andarono sui monti e con le armi scalcagnate
cominciarono a dar calci nel sedere al Duce e ai suoi.
Sono questi i partigiani, dei ragazzi come voi,
che han deciso di dir basta a chi voleva macellare
mezzo mondo e poi marciare su montagne di macerie,
che alla guerra han preferito cose più belle e più serie.

Tanti mesi han resistito rifugiandosi tra i monti,
tra i torrenti, sotto i ponti, tra gli agguati dei tedeschi.
Combattendo con coraggio tra le cime e le vallate,
da settembre all'altra estate, e ancora fino a primavera.
Poi la sera calda e dolce di un bel giorno soleggiato
nel paese liberato vengon giù dalle montagne.
L'invasore se n'è andato, non gli serve più il fucile:
Ora son liberi e in pace. Era il venticinque aprile.

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