Articolo in collaborazione con www.mentelocale.it.
Ciuccio sì o ciuccio no? Quando è davvero il caso di toglierlo? E quando invece sarebbe meglio aspettare? Nel momento storico davvero straordinario che stiamo vivendo, in piena emergenza legata al Coronavirus, tutti noi siamo costretti a stare a casa; le famiglie con bambini piccoli si chiedono se sia il caso di approfittarne per togliere il ciuccio al proprio piccolo.
Ma questo è davvero il momento giusto? A risponderci è Francesca Posenato, educatrice genovese e fondatrice del portale dedicato alle famiglie We Love moms, che da anni assiste e supporta moltissime mamme e famiglie (se in questi giorni siete invece alle prese con lo spannolinamento, leggete qui i consigli di Francesca Posenato).
Togliere il ciuccio in quarantena: è una buona idea? «Dipende», risponde Posenato, che continua: «Questo è un momento di grandi cambiamenti per tutti noi, quindi anche per i nostri bambini. La loro vita è cambiata: inserire un'ulteriore novità potrebbe essere rischioso. Se però valutiamo che questo potrebbe essere, al contrario, un momento buono perché ci porta ad essere più presenti nella vita di nostro figlio, allora possiamo cogliere questa occasione per utilizzare in modo positivo il cambiamento temporaneo della routine familiare. Quello che è sempre importante osservare è come si comporta il nostro piccolo».
Qual è quindi l'età giusta per togliere il ciuccio? «Tendenzialmente il ciuccio si toglie intorno al secondo o terzo anno di vita del bambino. Non tutti i bambini, però, così come accade per tutte le tappe evolutive, riescono a farlo nei medesimi tempi. Ci sono bambini che spontamente, per l'accadere di un evento o per una propria decisione, tolgono il ciuccio in età più precoce; altri hanno bisogno del ciuccio anche oltre i tre anni. E' importante che, con la crescita, ci sia una riduzione dell'utilizzo del ciuccio: con il tempo il bambino dovrebbe utilizzarlo sempre meno, così che possa abituarsi a toglierlo gradualmente. Anche in questo caso, comunque, è necessario osservare molto bene il bambino ed essere noi stessi molto calmi e sereni in questo periodo di cambiamento. Soprattutto pensiamo sempre che tornare indietro è possibile: se vediamo che il bambino tentenna e che ha grandi difficoltà, nulla ci vieta di reinserire il ciuccio».
Il ciuccio dovrebbe essere utilizzato, ad un certo punto, solo per fare la nanna: «Il ciuccio è un oggetto di consolazione per il nostro piccolo. Durante la nanna, quando la mamma non c'è, può essere utile per il bambino avere uno strumento con cui possa consolarsi da solo; per il resto della giornata il bambino potrà sperimentare altri modi per consolarsi, ad esempio un abbraccio della mamma, o del caregiver di riferimento».
Come procedere passo dopo passo? «Se il bambino è arrivato a utilizzare il ciuccio solo di notte, si può cominciare a sperimentare, immaginando di utilizzare la magia come strumento di trasformazione. Ecco come fare: una volta scoperto qual è un desiderio molto grande del nostro piccolo, raccontiamogli che il ciuccio potrebbe trasformarsi nel suo desiderio. A quel punto diamo vita alla trasformazione».
Molti genitori temono che il ciuccio provochi danni ai denti e al palato: è vero? «Molti odontoiatri dicono che il ciuccio, se usato in modo corretto, fino ai tre anni non porta rischi per il palato del bambino».
E se dopo aver tolto il ciuccio il bambino comincia a ciucciarsi il dito? «E' raro che succeda, ma se accade forse vuol dire che abbiamo tolto il ciuccio in un momento in cui il nostro piccolo non era pronto. In questo caso è meglio reintrodurre quella che era la sua abitudine piuttosto che fargliene acquisire una che non gli apparteneva prima, che di sicuro è più difficile da togliere e che può quindi determinare un danno maggiore al palato del bambino».